Brano: [...]e l’anno della stretta finale: Lo Sardo venne arrestato a Roma, Ignazio Puglisi e il Fardella a Palermo, dove l’attacco contro i « sovversivi » colpì anche l’anarchico Nino Napolitano. Nel 1927 il « Giornale di Sicilia » e « L’Ora » furono trasformati in quotidiani fascisti, mentre i periodici La Fiamma, La Vittoria e 11 Piave vennero soppressi e sostituiti col settimanale L’Avvento fascista.
Nel 1928 la repressione si accentuò, con una serie di condanne inflitte dal Tribunale Speciale: Lo Sardo fu condannato a 8 anni di reclusione (morirà in carcere per le sofferenze patite), mentre altri dirigenti palermitani (Francesco Davi, Eduardo Luciano, Ignazio Puglisi, Gioacchino Liga, Gaspare Rotondo e l’ebanista Francesco Lo Porto) furono condannati a pene non meno dure. Molti altri furono inviati al confino.
In questa operazione — scriverà qualche anno dopo Sicilia Rossa — ebbero un ruolo determinante la mafia e i grossi proprietari: « La grossa mafia si è messa la camicia nera e se l’è presa coi disgraziati. E i lavoratori siciliani del[...]
[...]ne del F.U.A.I. (Fronte Unico Antifascista Italiano). Questo ebbe tra i suoi promotori Salvatore Di Benedetto (v.) (operante nell’Agrigentino), il quale assunse compiti di direzione regionale con Pompeo Colajanni (v.), Piave, Grasso e Boccadutri.
Dopo gli arresti conseguenti alla fondazione del F.U.A.I., l’opera di proselitismo s’indirizzò verso i giovani e potè contare, tra le nuove leve palermitane, Lia Sellerio, Anna Ni col osi, i fratelli Di Chiara, Mario Mi neo, Napoleone Col a j anni, Nicola Cipolla.
Fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale, il compito di mantenere i rapporti col Centro estero del partito fu assolto da Grasso. Furono stabiliti collegamenti anche con il mondo universitario e con intellettuali di diversa formazione (Vitaliano Brancati, Ignazio Scaturro, Vittorio D’Alessandro, Gastone Canziani, Salvatore Francesco Romano che si era trasferito a Palermo da Caltanissetta, Renato Guttuso, Elio Vittorini, Guglielmo Pasqualino, che a Palermo ospitava l’anarchico Paolo Schicchi, e molti altri operanti nell’isola[...]
[...] Salvatore Russo, e, tramite Grasso, di fornire utili informazioni a Mario Alicata che si trovava a Roma.
« Altri collegamenti — scriverà Pompeo Colajanni in una sua testimonianza — furono stabiliti a Roma dal professore Diodoro Grasso venuto da Palermo, che entrò in contatto con altri ufficiali dell’aviazione già collegati col vecchio antifascista Azzarita (poi presidente dell’Associazione della Stampa), il cui figlio Manfredi, collaboratore di Carboni nella clandestinità, morì alle Fosse Ardeatine, e con ambienti di "liberi pensatori" che facevano capo ad Andrea Finocchiaro Aprile ».
In altra situazione, a contatto con antifascisti dell’Italia settentrionale e poi con l'organizzazione comunista palermitana, era avvenuta la maturazione antifascista di Marcello Cimino. Nel 1943, dopo aver stabilito rapporti con l’organizzazione facente capo al toscano Antonio Bernieri (Partito Socialista Rivoluzionario), Cimino venne arrestato dalI’OVRA mentre prestava servizio militare a Palermo, e quindi tradotto nel carcere romano di Regina Coeli[...]
[...]zzazione facente capo al toscano Antonio Bernieri (Partito Socialista Rivoluzionario), Cimino venne arrestato dalI’OVRA mentre prestava servizio militare a Palermo, e quindi tradotto nel carcere romano di Regina Coeli.
Sarà grazie a questa rete di rapporti intessuti anche all'esterno della Sicilia che gran parte degli antifascisti palermitani si legheranno subito alla Resistenza del Nord: dal già citato Pompeo Colajanni a Luigi Cortese (v.) e Di C rollai a nza, dirigenti della lotta partigiana a Parma; dal sottotenente di cavalleria Mimmo Ferrera, palermitano, che insieme ad Adolfo Serafino e quattro suoi compagni, dopo aver raggiunto la vai Chisone, si sacrificò per consentire la ritirata ai suoi compagni di lotta, a tanti altri palermitani e siciliani colti dall’8 settembre nelle regioni del Nord e che qui combatterono la Guerra di liberazione: il partinicese Palazzolo, valoroso protagonista della Resistenza del Veneto; i fratelli Di Dio (v.) che combatterono in vai d'Ossola, il generale Artale, fucilato alle Fosse Ardeatine, e moltissimi altri che si unirono alla Resistenza.
L’occupazione alleata
Ma a p[...]